Continua il mio viaggio dedicato alla creatività, che
ho scelto come filo conduttore per questo mio mese di maggio.
Questa parola colorata e in continua evoluzione, oggi ve la
racconto attraverso l’eleganza, i colori pastello, le forme morbide ma decise,
l’atmosfera accogliente e la gentilezza di Anna Pozzan, in arte Tulimami.
Nel suo Tulilab, colorato e caotico al punto giusto, Anna
si dedica con amore e professionalità a moltissime attività: cucito creativo per
piccoli, grandi e per la casa, complementi d’arredo e bijoux in tessuto e in legno
dipinto a mano (uno glielo ho commissionato anche io).
Ma Anna è anche una
splendida mamma, un po’ pasticciona come me (forse per questo mi sta tanto
simpatica) e soprattutto…Anna è una delle mie tre insegnanti nel corso che
proprio questa settimana giunge alla fine.
Questo post, come gli altri che seguiranno, dedicati a
Francesca e Rita, sono il mio modo per dirle grazie di quello che, anche
inconsapevolmente, mi ha trasmesso.
E, anche se, non sono stata un alunna modello e mi sono un
po’ persa per strada, la mia creatività si è alimentata anche della sua
creatività.
Per questo le ho proposto di rispondere alle mie semplici e
banali domande, convinta (e non mi ha deluso) che le sue risposte sarebbero
state tutt’altro che banali.
Che cos'e per te la creatività?
La creatività è la nobile arte di rendere concrete le
idee: lo dice la parola, ha a che fare
con la creazione. Ma non soltanto, non è solo un fatto puramente esecutivo. La
creatività parte da un pensiero, da una visione: è pensare qualcosa che prima
non c’era. E’ vedere le cose non come sono, ma come potrebbero diventare. Ed è
poi liberare quel pensiero dall’inconsistenza per invece renderlo reale. Potrei
dire che la creatività è il luogo perfetto in cui la mente (che pensa) e il
corpo (che esegue) si aiutano l’un l’altra ad essere liberi.
Come pensi di applicare questa tua idea di creatività nella
tua vita di tutti i giorni?
Per me la creatività non è un’applicazione, è una funzione
vitale essenziale, come respirare. Io non penso mai a come inserire la
creatività nella mia vita: c’è e basta. E’ un modo di essere, di pensare, di
guardare.
Come alimenti la tua creatività?
Stimoli se ne trovano in ogni angolo: negli scorci di
paesaggi e città, nelle persone, nelle esperienze quotidiane o inconsuete,
nelle fotografie, nei libri, ovunque. Ma è il modo di reagire agli stimoli che
determina l’atto creativo. Il mio modo è: fantasticare. Immaginare qualcosa che
va oltre quegli stimoli e che li rende qualcos’altro, qualcosa di personale e originale.
Come mai hai deciso di metterti al servizio della creatività
degli altri, con la Colibry Academy?
E’ successo nel tempo. Avevo appena aperto partita iva
quando sono stata chiamata a tenere un corso dal vivo in cui raccontare la mia
esperienza. E mentre raccontavo come avevo fatto a far diventare l’handmade il
mio mestiere, pensavo a tutte le titubanze e alle paure che ho avuto, a tutte
le incertezze e al senso di smarrimento che ho provato. A quelle volte in cui
mi sentivo sopraffatta dalla consapevolezza di avere un sacco di cose ancora da
fare/imparare/sistemare/migliorare e non sapere bene come farlo. E ho pensato:
io voglio aiutare le persone che hanno il mio stesso desiderio a sentirsi meno
smarrite, ad essere più consapevoli, ad essere più focalizzate e centrate. E
voglio che non si sentano sole in questo percorso. Sul mio cammino c’erano già
Rita Bellati e Francesca Baldassarri, che avevano un percorso e soprattutto un
sentimento, simili ai miei, così è stato naturale metterci insieme e fondare la
Colibrì Academy.
Suggerisci tu a me una creativa che ami molto e che dovrei
assolutamente andare a scoprire.
Se già non la conosci, io ti mando dalla bravissima NadiaManzato che crea abiti da sposa meravigliosi e ogni
volta mi fa pensare “Cavoli, se potessi, mi risposerei una volta all’anno”.
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